Al Congresso FIAMO del 28-30 marzo 2025 i Veterinari omeopati sono intervenuti con numerose relazioni, visto che i temi delle discussioni (stili di vita, prevenzione e relativi casi clinici) rappresentano croce e delizia quotidiane nella sfida della professione.
Il Dr. Andrea Martini ha presentato le sue riflessioni su "Alimenti biologici di origine animale e Omeopatia", sottolineando che - dalla sua esperienza e da indagini informali condotte presso i Colleghi - i proprietari, spesso per problemi di costi e praticità, sono poco attenti alla qualità del cibo, anche in caso di dieta “casalinga”.
Eppure l'uso del biologico nell'alimentazione di tutti gli animali, sia da allevamento che da affezione, potrebbe migliorarne lo stato di salute e predisporre il paziente a una risposta più rapida e completa alla terapia omeopatica, anche alla luce di un'ampia diffusione di sindromi e patologie correlate al cibo.
Inoltre il settore della produzione di alimenti biologici, a dispetto degli attuali dati confortanti di crescita, sembra lasciare "indifferenti" le Istituzioni e i media.
Ciò comporta di riflesso una propensione a sottovalutare i benefici che questi alimenti possono apportare, anche da parte dei medici umani e veterinari che li dovrebbero consigliare. Viene quindi lanciato un appello a incentivare la promozione di tali prodotti, ad approfondire alcune realtà (piccoli produttori, settore biodinamico) e a rilanciare la ricerca.
Sono stati i casi clinici a far la parte del leone, nella giornata del 29 marzo.
La Dr.ssa Marta Rota, con il suo "Case-report: Pemfigo foliaceo in una gatta trattato con Omeopatia" ha mostrato il percorso terapeutico di una malattia cronica, autoimmune, risolta con il rimedio omeopatico laddove tutte le cure allopatiche classiche e fortemente immunosoppressive avevano ormai fallito. Peculiarità del caso è stata la scelta del rimedio basandosi soprattutto sul contesto ambientale, sulla storia personale, sui legami familiari e sulle reazioni della paziente. La considerazione dei soli sintomi fisici non avrebbe aiutato nell'individuare il rimedio corretto.
Il Dr. Enio Marelli ha presentato un caso di "Ipertiroidismo Felino trattato Omeopaticamente - Case Report". La terapia convenzionale inizialmente prescritta non era tollerata dalla gatta ipertiroidea, mentre una risposta positiva al rimedio omeopatico si è manifestata rapidamente, confermata da riscontri di laboratorio e migliorando la qualità di vita.
L'importanza di potersi avvalere di un approccio omeopatico nella cura delle problematiche che coinvolgono la tiroide del gatto, si colloca nella finalità stessa che sostiene questo tipo di cura: la possibilità di regolare la funzionalità tiroidea nel tempo, senza inibire la sua azione ormonale.
La Dr.ssa Elisabetta Zanoli ha presentato "La diagnosi oscura - case Report": il caso di una gatta che dopo il parto manifesta preoccupanti sintomi neurologici, non rispondenti alle terapie allopatiche d'urgenza. Tutto sembra procedere bene con il rimedio omeopatico, ma un cambiamento improvviso delle condizioni della gatta svela retroscena su errori commessi dai proprietari nella gestione della terapia. La paziente evolve verso una condizione di epilessia, che tuttavia risulta poi sotto controllo grazie al farmaco anticonvulsivante.
Il rimedio omeopatico per 15 mesi ha ripristinato lo stato di salute evitandole il ricovero, la necessità di sedazioni ripetute e il sondino naso-gastrico per garantirle la sopravvivenza.
Inoltre l’ha resa rispondente al farmaco di elezione per le crisi convulsive e qui sta anche l’importanza della sinergia tra l’Omeopatia e l’allopatia.
La Dr.ssa Maria S. Nuovo ha presentato una relazione su "Stomatite e faucite nel gatto. Stessa diagnosi, percorsi terapeutici e rimedi diversi". Si tratta di quattro casi clinici che hanno come fattore comune una condizione frustrante per il Veterinario, in cui le diverse opzioni terapeutiche spesso sono deludenti, l’ultima spiaggia consiste nell’asportazione di tutta la dentatura, una vera e propria mutilazione per un predatore quale è il gatto.
Nel primo caso il percorso è stato estremamente lineare e il rimedio omeopatico adeguato ha risolto il problema e restituito al soggetto una vitalità e una vita di relazione insperate.
Nel secondo caso, un gatto positivo al virus dell’immunodeficienza felina, il percorso è stato più tortuoso ma anche in questo caso il rimedio omeopatico che si è ‘svelato’ nel prosieguo delle cure ha rimesso in sesto un animale che sembrava perduto.
Nel terzo caso ancora ci sono state delle difficoltà di cammino, con delle prescrizioni che sono state solo di parziale beneficio e in alcuni momenti addirittura di ostacolo.
Nell'ultimo caso, infine, molto grave e nell’impossibilità di ricorrere alla chirurgia a causa di problematiche importanti, il ricorso all’Omeopatia ha potuto alleviare i gravi sintomi buccali. In questo frangente particolare l'analisi del caso effettuata seguendo il ragionamento per "tematiche" e cambiando punto d'osservazione ha permesso di individuare il rimedio che ha dato la svolta definitiva.
La Dr.ssa Carla De Benedictis ha presentato "Un caso clinico di problemi gastro-enterici in una gatta complicato da dinamiche relazionali". Sarebbe stato un caso dallo sviluppo lineare e rispondente al rimedio, se non fossero intervenute complicazioni che molti Veterinari affrontano continuamente. Infatti la triade Veterinario-Proprietario-Animale si è allargata a Ottagono relazionale. Il contesto relazionale ha influito sulla salute fisica ed emotiva del paziente (mancanza di amore sostituito da cure eccessive) eppure la terapia omeopatica ha portato alla scomparsa della sintomatologia. In questa situazione l’approccio sistemico-relazionale è essenziale per il successo terapeutico.
Fra i tesisti che concorrevano al premio FIAMO menzioniamo la Dr.ssa Monica Lambiase, con la sua tesi "I nosodi intestinali e i loro possibili utilizzi in medicina veterinaria". Si tratta di uno strumento terapeutico con cui non tutti i Veterinari omeopati hanno familiarità: un gruppo di rimedi omeopatici ottenuti con ceppi specifici di batteri, da feci di pazienti affetti da malattie croniche.
Tali nosodi possono risultare utili in corso di disbiosi (perdita di equilibrio del microbiota intestinale), come rimedi di "sblocco" o come simillimum, usando la metodica classica.
Anche la Dr.ssa Benedetta Sarno ha concorso con la sua tesi di diploma "Omeopatia vs. Evidence Based", come confrontarsi per applicazioni sulla ricerca e sulla metodologia clinica in ambito omeopatico. L'obiettivo è approfondire se l'Omeopatia possa essere considerata una scienza o una pseudoscienza, esaminando i punti di contatto e di divergenza tra queste due discipline apparentemente distanti. L'appello è di migliorare la qualità della ricerca in Omeopatia per migliorarne la validità, in modo da offrire risultati di efficacia inconfutabili e sostenerla.
Il Dr. Pierluigi Clauser ha presentato "Un caso clinico singolare di Samuel Hahnemann" trattando di un paziente umano curato dal Maestro e documentato nel 1837, cercando di ricostruire il fine ragionamento alla base della scelta prescrittiva.
Citiamo anche l'intervento in diretta dal Brasile della Dr.ssa Leoni Bonamin, Professoressa di Patologia Veterinaria che si è collegata per illustrare i risultati di alcune ricerche sperimentali svolte presso l'Università di San Paolo:"Environmental Homeopathy".
Alcune popolazioni di Artemia spp. sono state allevate in acque contaminate da differenti sostanze (metalli pesanti, erbicidi, tossine) che inibiscono la schiusa delle uova e lo sviluppo delle larve. Se a tali acque vengono aggiunti isoterapici omeopatici, la vitalità dei naupli (forme larvali) viene migliorata.
Un altro esperimento di cura "ambientale" si è svolta presso la riserva naturale di Ibiuna (San Paolo del Brasile), per valutare se i rimedi omeopatici, disciolti nelle riserve lacustri, riuscissero a mantenere le proprietà curative per guarire le scimmie selvatiche da alcune patologie, bevendo l'acqua delle riserve.
Infine è stato presentato lo studio condotto presso un parco statale del Mato Grosso do Sul (Brasile) danneggiato da incendi, distribuendo contenitori solidi riempiti con un mix di rimedi. Lo scopo era verificare la distribuzione dei rimedi nell'ambiente (per curare la fauna selvatica o limitare il danno ambientale da contaminanti) e l'influenza del fattore antropico.
Infine presso il parco urbano Campo Grande City, sempre nel Mato Grosso, è stata studiata la distribuzione dei rimedi nelle acque, allo scopo di affrontare il problema di una grossa infestazione da zecche, vettori di importanti zoonosi nella fauna urbana e selvatica.
Non dimentichiamo il Poster realizzato in team dai Dr. Marco Caviglioli, Dr.ssa Carla De Benedictis e Dr. Andrea Martini, "Allevamenti biologici e Omeopatia", che rappresentava il complemento all'intervento di apertura del Dr. Martini, allo scopo di mostrare nella pratica che l'Omeopatia è applicabile con successo anche nel settore degli animali da reddito e non solo nel settore dell'allevamento biologico.
In conclusione, i Veterinari hanno spaziato dalla sistemica relazionale all'approccio tematico, dalla sana alimentazione ai successi terapeutici insperati, regalando un congresso ricco di interventi di qualità.
Dr.ssa Roberta Sguerrini