LA FEDERAZIONE

DIPARTIMENTO RICERCHE STORICHE E BIBLIOGRAFICHE

Coordinatore:
Francesco Eugenio Negro - info@fondazionenegro.it

Collaboratore Dott. Pindaro Mattoli, pmattoli@libero.it


PRESENTAZIONE:

La sezione storica e documentaristica della FIAMO si basa sui documenti presenti e in continua acquisizione ,del Museo dell’Omeopatia di Roma il cui sito è ormai consultato in tutto il mondo .Dall’apertura del 2013 si è raggiunto il numero di oltre 5000 visitatori.
Cifra ingente se si pensa alle lotte che l’Omeopatia, tranne pochi paesi fortunati, sopporta quotidianamente.
Il Museo è gestito dalla Fondazione Negro per l’omeopatia-onlus La biblioteca  possiede oltre 8500 volumi.
E’ molto importante  l’avvenuta acquisizione di fondi da parte di famiglie di omeopati famosi quali: Pompilij, Gagliardi e Galatzer.
A tutto questo si aggiunge una completa raccolta filatelica e numismatica omeopatica, oltre a quadri e statue di Hahnemann.
Si auspica che questo archivio storico, a disposizione di tutti, venga  consultato e che da alcuni di questi fondi, ancora non catalogati ,nascano ricerche che riportino alla luce le prime esperienze omeopatiche italiane .
Era un’omeopatia meno sofisticata dell’attuale, più essenziale, ma certamente otteneva risultati, altrimenti non saremmo qui a scrivere.
Una proposta, dedicare ogni anno alla lettura delle  opere di un omeopata del passato per riscoprire i suoi risultati alla luce di  oggi.
Lo studio più interessante sarebbe la lettura delle antiche riviste.
Alla luce di quanto detto, è in fase avanzata di revisione una nuova edizione della Bibliografia Omeopatica Italiana. La prima stesura dal 1822 al 1914 è stata estesa fino al 1939.
Verrà presentata a cura della Fondazione al prossimo congresso della LIGA.
Oltre che importante opera storico-scientifica è un riaffermare il ruolo dell’Omeopatia italiana nel modo e il contributo, spesso dimenticato o sottovalutato,  soprattutto all’estero, che ha avuto per la diffusione della nostra metodologia.
Camminiamo sulle orme di chi ci ha preceduto ma abbiamo il dovere  di un ulteriore passo in più.

 

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