Probabilmente la maggior parte dei proprietari ha sentito parlare almeno una volta di otite da Malassezia e purtroppo molti di loro hanno dovuto trattare il proprio cane per questa fastidiosa condizione.
La malassezia (Malassezia pachydermatis) è un lievito comune nella cute del cane ed è presente in quantità contenute nel canale auricolare e nelle giunzioni muco cutanee.
Purtroppo molto spesso accade che una sua eccessiva crescita generi nel cane condizioni quali otiti e dermatiti che portano estremo disagio come il prurito intenso, secrezioni con odore molto forte, lesioni cutanee e predisposizione a infezione batterica con particolare riferimento a quella da stafilococco. Il rapporto tra Malassezia pachydermatis e stafilococco sembra infatti sia di tipo simbiotico, favorendo la crescita di entrambi.
I fattori che predispongono alla proliferazione eccessiva del lievito Malassezia sono l’eccessiva umidità, le pieghe cutanee, il pH cutaneo alcalino, le terapie antibiotiche o cortisoniche, le patologie sistemiche endocrine (soprattutto ipotiroidismo) e patologie cutanee preesistenti quali allergie e dermatite atopica.
La terapia medica convenzionale consiste nella gestione delle condizioni predisponenti e nella riduzione della crescita di Malassezia attraverso prodotti locali disinfettanti e antifungini e in casi gravi anche con antifungini per via orale.
Che ruolo può avere l’Omeopatia in una condizione spesso cronica e recidivante?
Uno studio (Kali carbonicum 6cH controls Malassezia pachydermatis growth in vitro, International Journal of High Dilution Research - ISSN 1982-6206) condotto dal gruppo di ricercatori dell’Università di San Paolo del Brasile ha evidenziato il possibile ruolo del rimedio Kali carbonicum nella riduzione della germinazione dei lieviti di Malassezia. Nello studio in vitro sono stati testati anche altri rimedi (Psorinum, Sulphur, Calcarea carbonica, Echinacea angustifolia, Dolichos pruriens, Graphites, Mercurius solubilis, e l’isoterapico ottenuto da M. pachydermatis) scelti per la risonanza con i sintomi classicamente presentati in corso di dermatite da Malassezia quali: prurito, ispessimento cutaneo, lichenificazione, iperpigmentazione lesioni cutanee e odore sgradevole.
A differenza di studi precedenti (Homeopathy Treatment of Malassezia Pachydermatis in vitro, International Journal of High Dilution Research - ISSN 1982-6206) dove la valutazione dell’efficacia era stata valutata tenendo in considerazione il numero di Unità Formanti Colonia (UFC), come di prassi per le ricerche con preparati allopatici, in questo studio si è utilizzato il rapporto tra forme germinative e forme quiescenti.
Utilizzando il solo dato di Unità Formanti Colonia, anche in studi precedenti non era emersa alcuna differenza significativa tra l’utilizzo dei rimedi omeopatici e i campioni controllo. Diversamente, utilizzando il rapporto tra forme germinative e quiescenti si ha una riduzione significativa di tale rapporto nei campioni trattati con Kali carbonicum.
Si ipotizza che il rimedio sia stato in grado di agire sulla germinazione (crescita) del lievito riducendola.
Considerando che la resistenza agli antifungini è una condizione in aumento, l’utilizzo dell’Omeopatia - che non induce il meccanismo della resistenza - può rappresentare un valido affiancamento alla terapia per le dermatiti e otiti da Malassezia. Gli autori suggeriscono un possibile utilizzo locale piuttosto che l’assunzione orale.
Il trattamento omeopatico di condizioni complesse e croniche come quella trattata in questa ricerca richiedono sempre l’intervento del Medico veterinario esperto in Omeopatia che imposterà un corretto iter diagnostico e una prescrizione coscienziosa del rimedio omeopatico in base ai sintomi individuali e sulla peculiarità del paziente.
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Puoi rileggere il nostro articolo sull’approccio TCHI (Traditional, Complementary, Integrative Healthcare) per la riduzione dell’antibiotico resistenza sia in ambito umano che veterinario sulla NL n.10 del dic.2023.
Dr.ssa Sara Faggin