Il Dr. Lux, primo Veterinario omeopata

Il Dr. Wilhelm Lux Vet (foto dal sito)

Il Dr. Wilhelm Lux (1776-1849) è stato il primo Veterinario omeopata (il secondo fu Ernst Ferdinand Rueckert, allievo di Hahnemann), nonché il secondo grande isopata della storia, dopo Constantin Hering.

Lux vantava una solida formazione in diverse discipline scientifiche.

Secondo la sua biografia, dal 1793 al 1800 studiò Medicina a Oppeln, Giurisprudenza a Jena, poi Veterinaria a Breslavia, dal 1800 al 1803 frequentò la "Thierarzneischule" (Facoltà di Medicina Veterinaria) di Berlino, mentre dal 1803 al 1805 studiò Medicina, Economia e Botanica a Lipsia.

Nel 1805 conseguì il titolo di "Dottore in Filosofia", dopo aver conseguito il Magister liberalium artium, e tra il 1805 e il 1806 tenne lezioni all'Università di Lipsia.

Iniziò a esercitare la professione nel 1810 e continuò a lavorare fino al 1847. Durante questo periodo scrisse 14 libri e pubblicò diversi articoli. Dal 1832 al 1837 fu membro dell'Homoeopathischer Centralverein.

Lux aveva impiegato l'Omeopatia nella pratica veterinaria fin dal 1820, stando alla biografia del Dr. Seror.

Già nel 1796 Samuel Hahnemann aveva affermato che: “Se le leggi della medicina che riconosco e proclamo sono reali, vere, le sole naturali, esse dovrebbero trovare la loro applicazione negli animali come negli uomini.”. Lux si convinse dell’efficacia dell’Omeopatia, e grazie a lui per la prima volta i rimedi omeopatici cominciarono ad essere utilizzati nel mondo veterinario. Pare che Lux utilizzasse principalmente 4 rimedi (Nux Vomica, Camphora, Opium e Aconitum) per curare le zoppie e le coliche del cavallo, le polmoniti e per la prevenzione degli aborti nel bestiame [3].

Lux, come Hahnemann, era membro della Leipziger Oekonomischen Gesellschaft (Società economica di Lipsia). Si sa che Hahnemann voleva tenere una conferenza sull'Arte della cura omeopatica degli animali e si suppone che abbia tenuto questa conferenza in occasione di una delle riunioni di questa società (sebbene non se ne abbiano notizie certe) e Lux ottenne così una conoscenza diretta del trattamento omeopatico degli animali. Questo manoscritto fu scritto da Samuel Hahnemann tra il 1811 e il 1821. Alcuni veterinari, come Johann Carl Ludwig Genzke, cercarono di seguire i suoi insegnamenti. Altri, come Lux, deviarono da questa strada.

È comunque certo che Lux entrò in contatto con l'Omeopatia tra il 1814 e il 1820, prima che Constantine Hering si iscrivesse a Medicina all'Università di Lipsia [1].

Lux fu uno dei promotori del Giubileo di Hahnemann del 1829, nel periodo in cui praticava l'Omeopatia veterinaria a Lipsia. Il Giubileo di Hahnemann del 1829 fu una celebrazione in onore del cinquantesimo anniversario di attività medica di Samuel Hahnemann. Si tenne a Köthen, dove Hahnemann viveva, e fu organizzato dai suoi amici. Il giubileo fu un evento significativo, con visitatori e saluti da tutto il mondo. Durante la celebrazione, fu anche presa la decisione di fondare un'associazione di medici omeopatici, la cui cerimonia di fondazione si svolse nella casa di Hahnemann [2].

Sappiamo anche che Lux ebbe contatti con Hahnemann: nel 1832 gli scrisse una lettera, chiedendogli il permesso di dedicargli la sua rivista "Zooiasis", lettera che non ricevette risposta dal Dr. Hahnemann.

Nel 1834, però, fu Samuel Hahnemann a scrivere una lettera a Lux (in quel periodo Lux era amministratore dei fondi del Sanatorio di Lipsia) rimproverandolo per non aver pagato gli stipendi al primario dei medici, Georg August Benjamin Schweikert.

Nel dicembre del 1831, a Lux fu chiesto se conoscesse rimedi omeopatici per il trattamento della peste bovina e del carbonchio. Lux rispose di non poterne suggerire alcuno a priori, ma offrì il seguente suggerimento, secondo il metodo che poi fu definito isopatico. Disse alla persona di prelevare una goccia di sangue di un animale infetto da carbonchio e una goccia di muco nasale di una bovina affetta dalla peste, e di preparare una soluzione 30 centesimale di questa sostanza.

Durante l'epidemia del 1832, molti veterinari si affidarono all'uso complementare di nosodi e rimedi standard per curare gli animali di loro competenza [1].

Dopo l'introduzione dei nosodi da parte di Hering, Lux iniziò quindi a condurre esperimenti con l'uso isopatico di sostanze patogene in potenze. L'isopatia o isoterapia è la tecnica terapeutica omeopatica che utilizza a scopo curativo o profilattico, gli agenti morbigeni responsabili di una malattia, sotto varie forme. Si tratta di un'intuizione probabilmente vecchia quanto la medicina stessa. Non si tratta quindi né di una novità né di una prerogativa della medicina omeopatica. È un concetto ubiquitario, che abbraccia trasversalmente l'arte del guarire da secoli, condiviso da popolazioni e culture diverse, lontanissime nel tempo e nello spazio, che non hanno potuto influenzarsi reciprocamente.

Si sa quindi che Lux adottò con entusiasmo e sviluppò la sua nuova teoria nel 1833. Egli presupponeva che ogni malattia contagiosa portasse con sé nel suo contagio il mezzo per la sua cura e quindi, come rimedio contro il carbonchio, diluiva fino alla trentesima potenza una goccia di sangue di un animale affetto dalla stessa malattia.

Utilizzò lo stesso metodo con una serie di prodotti patologici, come il contenuto di pustole di pecore, il vaiolo bovino, il prurito, il pus di ulcere sifilitiche, il pus delle orecchie; in breve, con quasi tutte le secrezioni e le escrezioni del corpo umano e animale.

A questi preparati diede nomi altisonanti, come Otorrhinum, Variolinum, Anthraxinum, ecc., e li raccomandò per la cura delle stesse malattie da cui erano state ricavate le sostanze grezze, con il motto Aequalia aequalibus invece del Similia similibus omeopatico.

Il Dr. Gross, uno dei più fedeli seguaci di Hahnemann, sostenne questo nuovo sistema per un certo periodo, e anche il Dr. Stapf credeva che l'Omeopatia avrebbe raggiunto un grado di perfezione superiore con l'introduzione di questa nuova eterodossia.

Lo stesso Hahnemann, nel 1833, mise in guardia i suoi seguaci da tali eccentricità, e anche diversi altri omeopati le condannarono, eppure il numero di seguaci che almeno si proponevano di sperimentarlo aumentò gradualmente.

Nonostante le difficoltà di quel metodo, si sa che Lux ottenne un grande successo e i risultati della sua immensa pratica gli permisero di trascorrere il tempo molto piacevolmente in una piccola villa vicino a Lipsia, dove dedicò il suo tempo libero ad approfondire la sua nuova teoria e pubblicò una rivista mensile di medicina veterinaria omeopatica, intitolata appunto Zooiasis. Risulta anche che possedesse una delle collezioni di medicinali più ampie del suo tempo [2].

Sue rilevanti pubblicazioni sono:

Isopathy of Contagions (1833)
Zooiasis, or Homoeopathy in Its Application to the Diseases of Animals (1837).

 

Dr. Andrea Martini

 

Bibliografia

[1] https://www.hahnemannhouse.org/johann-joseph-wilhelm-lux-1776-1849/

[2] http://www.homeoint.org/seror/biograph/lux.htm

[3] https://dune.univ-angers.fr/documents/dune1160

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