Meccanismo dell'Omeopatia: ancora " ricercato"?

"Dobbiamo continuare ad accumulare evidenze che gettino luce sulla natura delle potenze omeopatiche finché finalmente l’identità fisico-chimica delle potenze omeopatiche diverrà chiara."

Il Dr. Steven Cartwright ha presentato un’interessante relazione al 1st INTERNATIONAL CONFERENCE FOR HOMEOPATHY IN AGRICULTURE AND THE ENVIRONMENT - 2nd AGRO-HOMEOPATHY SYMPOSIUM che si è tenuto ai primi di dicembre 2023. Ne abbiamo fatto un report generale sulle NL n. 10 – dic. 2023 (Prima parte)  e NL n. 2 – feb. 2024 (Seconda parte).

Diamo qui una sintesi del suo specifico intervento, con alcune note esplicative a cura del redattore.

La domanda sul meccanismo d’azione dell’Omeopatia è cruciale per validare anche la sua efficacia clinica: senza una plausibile spiegazione del perché l’Omeopatia agisce, i suoi detrattori attribuiranno ad artefatti le evidenze cliniche e di laboratorio; peraltro un’ipotesi che non è testabile è solo speculazione e speculazione non è scienza. Ma la realtà è che allo stato attuale delle conoscenze non sappiamo semplicemente come l’Omeopatia funziona. Le varie ipotesi messe in campo non riescono a dare una spiegazione che copra la totalità dei riscontri clinici e di laboratorio, e in genere tendono ad essere selettive per supportare l’ipotesi di chi la sostiene. C’è una lunga storia in cui si è saltati a conclusioni per spiegare l’Omeopatia senza avere in realtà evidenze a supporto, dalle teorie che coinvolgevano la memoria dell’acqua, all’entanglement quantistico, la risonanza stocastica, qualche genere di campo elettromagnetico, le nanoparticelle e la teoria della complessità, giusto per citarne alcune. Queste ipotesi sono finora state speculative (domini di coerenza, risonanza stocastica, entanglement quantistico) con scarsa se non nulla evidenza a supporto, o estremamente selettive nelle evidenze usate per supportare le ipotesi, come nel caso delle nanoparticelle o delle reti di legami idrogeno. Bisogna essere più prudenti e non saltare troppo precipitosamente a conclusioni non sufficientemente supportate. Molto probabilmente non potremo spiegare l’Omeopatia usando le normali categorie di pensiero, ma solo seguendo le evidenze potremo arrivare a quel profondo cambiamento di visione che è necessario.

Dobbiamo continuare ad accumulare evidenze che gettino luce sulla natura delle potenze omeopatiche finché finalmente l’identità fisico-chimica delle potenze omeopatiche diverrà chiara. Una volta che si saprà che cosa sono le potenze omeopatiche, la risposta a come l’Omeopatia agisce verrà di seguito.

Ma servono tre condizioni:

  • Bisogna prendere in considerazione TUTTE le evidenze disponibili, senza ignorare quelle per cui non abbiamo una spiegazione o che non coincidono con l’ipotesi che vogliamo sostenere
  • Bisogna prendere in considerazione sia i dati di laboratorio che quelli che provengono dalla clinica e dall’agricoltura. Troppo spesso nel passato i ricercatori che lavorano nei laboratori non sono stati consapevoli di aspetti della fabbricazione dei rimedi e della risposta clinica nei pazienti o hanno scelto di ignorare aspetti come la conservazione dei rimedi o l’influenza dell’olfatto.
  • Bisogna scegliere strumenti di ricerca e disegni sperimentali che assicurino il massimo di informazioni e non solo esperimenti che si limitino a valutare la differenza tra verum e controllo.

Una sintesi degli strumenti di ricerca e approcci sperimentali che hanno dimostrato di essere i più affidabili e utili nello studio delle potenze omeopatiche comprende studi di calorimetria, spettroscopia NMR, modelli di cristallizzazione del cloruro di rame da evaporazione e studi sui coloranti solvatocromici [1]:

  • Calorimetry studies (Elia et al: 1999- 2014)
  • Copper chloride crystallisation patterns from evaporating droplets (Baumgartner et al 2012- present)
  • Nuclear magnetic resonance NMR spettroscopy [2] (Demangeat et al, Aabel et al, Anick et al 1990-2013)
  • Solvatochromic dye [3] promes (Cartwright 2016-present; Bonamin et al 2020-present)

Ricerche fisico-chimiche di base: conclusioni riguardo alla natura del segnale omeopatico da differenti studi.

  • Spettroscopia NMR: aumento in T1, diminuzione in T2 dei tempi di rilassamento e aumento nel rapporto T1/T2 nei campioni potentizzati rispetto ai controlli. Interpretazione: maggior strutturazione nelle soluzioni campione
  • IR spettroscopia: restringimento della banda di frequenza dell’O-H stretching (c 3284 nm) e uno spostamento di questa banda alle più basse frequenze (lunghezze d’onda maggiori) indicative di più acqua ice-like. Interpretazione: maggior strutturazione nelle soluzioni campione.
  • Conducibilità: maggior conducibilità delle soluzioni campione. Interpretazione: Maggior livelli di specie caricate/polarità nelle soluzioni campione.
  • Calorimetria: maggior eccesso di calore nelle soluzioni campione rispetto ai controlli. Interpretazione: maggior strutturazione nelle soluzioni campione.
  • Coloranti solvatocromici: il rosso e il blu variano nello spettro di colorazione. Interpretazione: maggior polarità nelle soluzioni campione.
  • Modelli di cristallizzazione: maggiori livelli nei modelli derivati da preparazioni omeopatiche. Interpretazione: Maggior livello di ordine nelle soluzioni campione.

Qualche risultato specifico ottenuto usando coloranti solvatocromici e che cosa ci hanno detto riguardo alle potenze omeopatiche

  • Le potenze agiscono polarizzando i coloranti solvatocromici e ne risultano cambi nei valori di pKa [4], nei livelli di aggregazione e nella solubilità.
  • Le potenze agiscono in modo generale nell’accentuare uno spostamento dell’equilibrio e questo comporta cambi in numerose specifiche reazioni che coinvolgono i coloranti solvatocromici.
  • Arsenicum album 10M appare possedere un campo elettrico di grandezza simile al potenziale di membrana cellulare.
  • Una debole corrente elettrica neutralizza le potenze di Antimonium crudum.
  • Macrofagi (e altri sistemi viventi?) amplificano l’attività delle potenze di Antimonium crudum.
  • Phosphorus 30 si diffonde attraverso un vasto sistema lacustre (55 milioni di litri) più velocemente rispetto al flusso di acqua nel sistema lacustre, indicando che Phos 30 si propaga indipendentemente dall’acqua in cui è immerso.
  • Arsenicum 10M perde la sua attività secondo la cinetica di primo ordine [5], indicando che le potenze sono agenti discreti coerenti.
  • Che cosa possiamo dire sulla natura dei medicinali omeopatici alla luce degli studi disponibili? Le potenze omeopatiche hanno una polarità e una struttura. Ulteriori conclusioni provvisorie dall’uso di coloranti solvatocromici. Le potenze omeopatiche sono agenti discreti coerenti che possiedono un campo elettrico (o electric Like). Sono neutralizzate da una corrente elettrica e amplificate da sistemi viventi. Mentre non siamo ancora in grado di dire che cosa le potenze siano dal punto di vista chimico-fisico, possiamo ora programmare specifici esperimenti per implementare questi risultati e sembra probabile che si possa arrivare a una ipotesi verificabile che descriva come l’Omeopatia lavora.

Traduzione non autorizzata e note di Dr.ssa Antonella Ronchi

Note:

[1] Alcune sostanze chimiche hanno la peculiarità di variare il loro colore quando varia la polarità del solvente. Questo fenomeno viene spiegato dall’effetto solvatocromico che correla gli spettri di emissione e di assorbimento con la polarità del solvente e può essere osservato per la presenza di gruppi cromofori che assorbono a una determinata frequenza dello spettro elettromagnetico che cade nel campo del visibile. I composti che presentano tale effetto possono essere usati come indicatori per confrontare la polarità di diversi solventi e per la caratterizzazione di solventi, di sistemi costituiti da diversi solventi e di superfici solide solvatate.

I coloranti solvatocromici sono sensibili a, e possono essere utilizzati per, una serie di dinamiche della soluzione attraverso le variazioni dei loro spettri di assorbimento che, opportunamente, si verificano nella porzione visibile dello spettro elettromagnetico. [NdR]

[2] La spettroscopia di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) è una tecnica analitica strumentale che permette di ottenere informazioni dettagliate sulla struttura delle molecole osservando il comportamento dei nuclei atomici in un campo magnetico. Dopo aver immerso la molecola in esame in un forte campo magnetico, si misura l’assorbimento di una radiazione di frequenza radio (da 100 a 1000 MHz) che provoca transizioni di spin nucleare in particolari atomi come 1H o 13C. [NdR]

[3] Alcune sostanze chimiche hanno la peculiarità di variare il loro colore quando varia la polarità del solvente. Questo fenomeno viene spiegato dall’effetto solvatocromico che correla gli spettri di emissione e di assorbimento con la polarità del solvente e può essere osservato per la presenza di gruppi cromofori che assorbono a una determinata frequenza dello spettro elettromagnetico che cade nel campo del visibile. I composti che presentano tale effetto possono essere usati come indicatori per confrontare la polarità di diversi solventi e per la caratterizzazione di solventi, di sistemi costituiti da diversi solventi e di superfici solide solvatate. [NdR]

I coloranti solvatocromici sono sensibili a, e possono essere utilizzati per una serie di dinamiche della soluzione attraverso le variazioni dei loro spettri di assorbimento che, opportunamente, si verificano nella porzione visibile dello spettro elettromagnetico. [NdR]

[4] Il valore pKa è un'unità di misura chimica degli acidi. Esso è il logaritmo in base 10 negativo della costante di dissociazione acida di una soluzione. Più basso è il valore di pKa, più forte è l'acido. [NdR]

[5] Si parla di cinetica del primo ordine quando la velocità di una reazione segue un'equazione del primo ordine, in cui la velocità di reazione è direttamente proporzionale alla concentrazione di un singolo reagente. [NdR]


 

Una piccola raccolta di bibliografia proposta dall’Autore:


Elia, V., Marchese, M., Montanino, M., Napoli, E., Niccoli, M., Nonatelli, L. and Ramaglia, A. - Hydrohysteretic Phenomena of “Extremely Diluted Solutions” Induced by Mechanical Treatments: A Calorimetric and Conductometric Study at 25°C. Journal of Solution Chemistry (2005) 34 (8) 947- 960.

Belon, P., Cumps, J., Ennis, M., Mannaioni, P.F., Roberfroid, M., Ste-Laudy, J., and Wiegant, F.A.C. - Histamine dilutions modulate basophil activity. Inflammation Research (2004) 53 181- 188

Aabel, S., Fossheim, S. and Rise, F. - Nuclear magnetic resonance (NMR) studies of homeopathic solutions. British Homeopathic Journal (2001) 90 14-20.

Sukul, N.C., De, A., Dutta, R., Sukul, A., and Sinhababu, S.P. - Nux vomica 30 prepared with and without succussion shows antialcoholic effect on toads and distinctive molecular association. British Homeopathic Journal (2001) 90 79-85.

Rey, L. - Thermoluminescence of ultra-high dilutions of lithium chloride and sodium chloride. Physica A (2003) 323 67-74.

Bell, I.R., Lewis, B.S., Brooks, A.J., Lewis, S.E., and Schwartz, G.E. - Gas Discharge Visualization Evaluation of Ultramolecular Doses of Homeopathic Medicines Under Blinded, Controlled Conditions. Journal of Alternative and Complementary Medicine (2003) 9 (1) 25-38.

Aparicio ACC, Bonamin LV, Cartwright SJ et al. - Interaction between Solvatochromic Dyes and Water Sampled from a Natural Source Treated with High Dilutions of Phosphorus. Homeopathy, 2020;109(3):126-132

Bonamin LV, Pedro RRP, Mota HMG et al. - Characterization of Antimonium crudum activity using solvatochromic dyes. Homeopathy, 2020; 109(2):79-86

Cartwright SJ - Immobilization of Solvatochromic Dyes on Transparent Cellulose Films: an Improved Method for the Study of Homeopathic Potencies. Homeopathy, 2022. 112(02): 125-134

Andreia Adelaide Pinto et al. - Bio-resilience to Mercury Chloride of the brine shrimp Artemisia solinaafter treatment with homeopathic Mercurius corrosivus. Homeopathy 2021, 110 244-255

Mirian Yaeko Dias De Olivera Nagai et al. - Highly diluted glyphosate mitigates its effects on Artemisia salina Physicochemical implication. Int. J. Mol.Sci.2023, 24,9478.

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