Conosciamo Omeoimprese: i partner commerciali dell’omeopatia italiana

“Alle aziende omeopatiche è stato chiesto di versare tariffe simili a quelle del comparto allopatico, non tenendo conto delle dimensioni ridotte delle imprese, delle proporzioni e delle differenze che corrono tra i due settori.”

Tra i partner dell’Omeopatia italiana non possiamo certo trascurare le ditte produttrici di medicinali omeopatici che, con grandi sforzi e determinazione, fanno in modo che il paziente che ha scelto di curarsi omeopaticamente possa trovare sul mercato le sue medicine. Alcune di queste aziende sono raccolte in una Associazione chiamata OmeoImprese, le cui mission e principi si possono reperire sul loro sito ufficiale.

Il loro slogan parla chiaro: “CURARSI CON CONSAPEVOLEZZA E’ UN DIRITTO.

Ecco alcuni stralci tratti dalle pagine web.

In Italia sono circa 25 le aziende dell’industria omeopatica, con sedi principali ed uffici presenti su tutto il territorio nazionale. Di queste, oltre un terzo sono aziende italiane che producono nel nostro Paese o distribuiscono medicinali provenienti dall’estero. 

Il settore conta oltre 2000 addetti, compreso l’indotto formato dai fornitori di packaging e i distributori, e genera complessivamente un fatturato annuo di oltre 250 milioni di euro. 

L’Italia rappresenta un Paese produttore di medicinali omeopatici che vanta una tradizione ormai consolidata (per utilizzatori e fatturati, è il terzo mercato europeo dopo Germania e Francia). Un comparto che registra grandi potenziali di crescita, tuttavia ancora esposto a una situazione regolatoria confusa.

In virtù di una direttiva CE, agli omeopatici è pienamente riconosciuto lo statuto di ‘medicinali’. Tuttavia, nonostante l’Europa abbia definito da tempo un perimetro normativo chiaro – con indicazioni che tengono conto delle peculiarità e specificità del medicinale omeopatico e che sono state recepite in maniera completa da altri Stati membri – in Italia esistono dei paletti normativi che non consentono alle aziende di inserire sulle confezioni campi di applicazione e posologia, così come di far sì che questi farmaci siano oggetto di comunicazione al pubblico.

Negli ultimi anni, inoltre, le aziende del settore omeopatico hanno dovuto sostenere onerosi investimenti al fine di ottemperare a quanto previsto dal D.lgs. 219/2006, il quale impone la registrazione dei medicinali omeopatici presso l’Agenzia del Farmaco, per l’ottenimento delle AIC (Autorizzazione all’Immissione in Commercio). Alle aziende è stato chiesto di versare tariffe simili a quelle del comparto allopatico, non tenendo conto delle dimensioni ridotte delle imprese, delle proporzioni e delle differenze che corrono tra i due settori. 

Nonostante questi limiti, che ne hanno penalizzato lo sviluppo, si stima che siano circa 10 milioni gli italiani che utilizzano l’Omeopatia almeno una volta all’anno (indagine EMG, giugno 2021). Un dato in crescita anche in seguito all’emergenza pandemica, con un numero di persone sempre più orientate verso prodotti naturali e sicuri, in grado di migliorare il proprio stato di salute.

Alla pagina specifica si trova l’elenco delle Aziende associate e, per chi volesse approfondire o tenersi in diretto contatto con l’Associazione, la si ritrova anche sui principali social.

Il pool direttivo è attualmente composto da:

Presidente: Silvia Nencioni (Boiron) eletta nel giugno 2023

Vicepresidente: Sofia Pizzoccaro (Guna)

Consiglieri:

Federica Corradi Dell’Acqua (IMO)

Beatrice Lo Cicero (Laboratorio Sodini)

Aurelio Rocco (Cemon)

Presidenti precedenti:

Fausto Panni (Wala) dal 2008 al 2015

Giovanni Gorga (Guna) dal 2015 al 2023

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