L'agopuntura inserita nei L.E.A. nazionali

“Questo passo ha ulteriormente confermato il diritto dell’utente a essere informato sulla esistenza di terapeutiche non invasive.”

Lo scorso 23 giugno con l’approvazione di un DCPM è stata ratificata l’estensione nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) dell’Agopuntura nel SSN.

Questo evento porta il SSN a erogare a TUTTA LA POPOLAZIONE, in tutte le Aziende Sanitarie e Ospedaliero-Universitarie un servizio che finora non era previsto.

Le prestazioni sanitarie riguardano in particolare il trattamento delle patologie dolorose dove l’Agopuntura trova indicazioni ed evidenze confermate da numerosi RCT, revisioni sistematiche e metanalisi.

Questo passo ha ulteriormente confermato il diritto dell’utente a essere informato sulla esistenza di terapeutiche non invasive. Ne consegue che l'indagine e il momento informativo acquisiscono spazi e valori per orientare e ottimizzare una valutazione e una scelta adeguata nelle complesse opzioni a disposizione della popolazione.

L’estensione dell’Agopuntura nei servizi di MC nelle Aziende sanitarie che ne sono prive, potrebbe aprire la porta a ulteriori opportunità per la medicina omeopatica. In Toscana non si può negare che l’Omeopatia sia entrata a pieno titolo a far parte delle prestazioni erogate dal SSR.

Sulla liceità di ricorrere alle cure omeopatiche nel pubblico, quindi, non sembra potersi argomentare alcun dubbio, in particolare nella Regione Toscana dove sono cure inserite da tempo nei LEA e quindi rimborsabili.

È impensabile che questo riconoscimento non sia supportato da una letteratura scientifica, così come sarebbe inverosimile la possibilità di accedere nel SSN a trattamenti non riconosciuti e validati.

Nel recente PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) oncologico della Regione Toscana, la scelta di affiancare alle terapie dei Dipartimenti Oncologici le Medicine Integrate rappresenta un elemento significativo di innovazione nella nostra Sanità.

Questo modello, già attuato presso centri oncologici internazionali come il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, è inserito nella Rete Oncologica Regionale.

Si legge nel PDTA citato, che la medicina omeopatica è considerata una terapia sicura. I medicinali omeopatici non sono tossici e presentano effetti avversi minimi, che scompaiono rapidamente con la sospensione del medicinale; inoltre per via della dose minima somministrata, sono adatti anche a donne in gravidanza, neonati e bambini.

Queste affermazioni fatte da organi competenti e da oncologi di altissimo spessore confermano che l’Omeopatia può rappresentare un supporto terapeutico valido anche per malati in condizioni di salute precarie o per soggetti “fragili”.

L’ obiettivo è rafforzare il ruolo pro-attivo della persona, migliorare la salute e la qualità della vita e ridurre gli effetti collaterali della terapia oncologica.

In questo ambito terapeutico l’utente viene a conoscenza che la perdita della salute non riguarda solo fattori biologici o biochimici, ma elementi generali che riguardano il benessere globale dell'individuo, come viene ben indicato nella definizione dell'OMS.

Cosa aspettiamo allora? I ritardi e i mancati riconoscimenti strumentali delle terapeutiche complementari sono ancora potenti e ostacolano grandemente il diritto della popolazione a curarsi in modo appropriato.

Lo stimolo che l’OMS dà per l’ampliamento delle conoscenze e dell’utilizzo delle Medicine Tradizionali e Complementari come l’Omeopatia, nel nostro Paese viene regolarmente ignorato dalle varie istituzioni sanitarie, dalle Università, ai Ministeri ecc. Questo comporta per il cittadino un grave danno non solo sul piano della ottimizzazione delle scelte che determinano la sua salute, ma su quello del diritto ad essere informato.

TOP