Un Omeopata italiano in Uganda

“Proporre a una popolazione povera una Medicina non costosa. Vedere un mare di bisogno di salute e verificare che l’Omeopatia è in grado di affrontarlo con serenità ed efficacia.”

Diamo seguito alla notizia pubblicata dal nostro National Vice-President for Italy of Liga Medicorum Homeopathica Internationalis Dr. Paolo Pifferi sulla NL n. 1 di gennaio scorso. Ci avvertiva dell’appello rivolto a Medici omeopati volontari affinché si avvicendino nella piccola realtà della Blessed Clinic di Abim, in Nord-Est Uganda, per poter far fronte alle richieste della popolazione.

Un nostro Collega omeopata, il Dr. Giovanni Beghini, ci rende partecipi di questa sua già iniziata esperienza proprio sul posto.

Cari Colleghi, forse qualcuno ricorderà lo strano annuncio che il presidente di FIAMO fece nel convegno di Roma nel 2022. Riferiva di una proposta di un padre salesiano, un invito per gli Omeopati a contribuire alla diffusione dell’Omeopatia in Africa. In particolare, era in gestazione la “Blessed Clinic” in Uganda, nella regione Karamoja, distretto di Abim. La cosa mi colpì, ci pensai, infine decisi di propormi, di poter dedicare un mese a questa avventura.

Mi ero messo in mente 3 obbiettivi: vedere il mondo e le sue persone, migliorare l’inglese e migliorare la mia preparazione nell’Omeopatia. Così verso la fine di gennaio 2024 partii. Avendo avuto esperienze di cooperazione in famiglia ero bene in guardia dal farmi guidare dalla mentalità coloniale, dal pensare di esportare il sapere occidentale, o peggio la tecnologia, nei “paesi sottosviluppati”. Abbiamo ben visto che l’Omeopatia, pur essendo nata in Europa, ha camminato con gambe proprie, autonome e indipendenti in India, Nord e Sud America. E abbiamo visto che anche in qualche ancora raro punto dell’Africa sta succedendo. Anzi, da questi Paesi vengono maestri che tutti noi rispettiamo e da cui impariamo.

Posso dire, verso la fine di questo mese, che l’idea che ha sostenuto questo progetto è una idea geniale, rivoluzionaria e semplice come l’acqua. Unire la disponibilità eccezionale di una intera famiglia locale a lavorare per il progetto a quel minimo di necessaria esperienza nell’uso del Repertorio. Proporre a una popolazione povera una Medicina non costosa. Vedere un mare di bisogno di salute e verificare che l’Omeopatia è in grado di affrontarlo con serenità ed efficacia.

Il primo giorno si presenta una donna con un neonato, di 3 settimane, che piange, tossisce, respira tirando l’addome all’interno (non il giugulo), quando mangia, subito vomita, non dorme, rumori polmonari pesanti. Ha già preso un antibiotico la settimana precedente, datogli dall’ospedale. Vado in ansia, sono insieme a Flavia, la nurse. Cerco di repertorizzare ma cosa guardo? Infine, gli metto in bocca un granulo di Arsenicum album 5 C e gli dico di tornare l’indomani. La mattina di due giorni dopo la vedo arrivare con il bambino, Trinity, avvolto in una coperta. Ha dormito le due notti, non vomita, non piange, qualche colpo di tosse, polmoni puliti. Non mi pare che ci sia nel repertorio la voce “Ansia per la salute dei pazienti” ma confesso che, quell’arsenico lì, ha fatto bene a lui ma moltissimo anche a me! E sotto questi buoni auspici comincia l’avventura!

Mi rendo conto in breve tempo che voci come “Paura del buio” o “Fear alone” nei bambini che vivono nelle capanne, che hanno minimo 5 o 6 fratelli, spesso 9-10, non hanno spazio d’uso. Come pure la rubrica “Food and drinks”. Non ci sono molte possibilità di scelta, si può consumare quello che c’è, il lungo elenco del Repertorio è inutilizzabile. I primi giorni, in cui dovevo con fatica adattarmi al clima caldo, non pensavo neppure lontanamente di chiedere se soffrissero più il caldo che il freddo, visto che il caldo era esagerato, poi ho scoperto che in maggior numero soffrono il freddo. Esattamente come noi rimaniamo stupiti quando vediamo persone del Nord-Europa fare il bagno in mare in marzo o in ottobre.

I big five fra i sintomi sono: “Waist pain”, “burning urine”, “chest pain”, “back pain” e “abdomen pain”. Ma se cerchi di modalizzare diventi matto: ogni sintomo è “anytime” e “anywhere” e non se parla più. Si lavora con una persona che traduce perché la maggior parte delle persone non parla inglese ma la lingua locale. Come fare allora? Ho riscoperto la Materia Medica di Boericke! Anche se il mio volume è tutto rovinato da quasi quaranta anni di servizio, l’ho riscoperto ora! Non nei sintomi locali ma nella descrizione dei rimedi che dà subito sotto il nome del rimedio, dove descrive l’essenza del rimedio, il suo campo d’azione, la sua evoluzione nel tempo. Non avrei mai fatto caso a “Ceanothus” se non avessi visto un bambino diabetico (e cos’altro?) con la milza dilatata.

Ho visto molti casi di epilessia non curati, ho fatto l’impossibile per modalizzare e sono convinto di aver trovato il rimedio giusto almeno per qualcuno. Non ho visto casi di cancro, né di depressioni, tantomeno, inutile dirlo, di infertilità, anche se ci saranno.

E qui viene il bello: come proseguire e migliorare questa esperienza? L’invito a partecipare e a confrontare la propria esperienza con questa realtà è rivolto a tutti i Colleghi. Ognuno scoprirà un modo di fare Omeopatia forse diverso da quello che fa nel suo studio, ma altrettanto ricco, suggestivo, gratificante e molto apprezzato. Invito quindi chi anche solo una volta ha valutato questa possibilità a darle spazio, a tornare c’è tempo! E i ringraziamenti “God bless you” sono infiniti.

I miei ringraziamenti invece vanno alla eccezionale famiglia Ayoo in ognuna delle sue componenti, che mi ha accolto e risolto tutti i problemi che uno straniero può avere e mi ha messo a mio agio. Alla mia famiglia, che mi ha permesso di liberare la mente da altri pensieri e di dedicarmi alla realizzazione di questo sogno, e a Padre Pier Fausto, ideatore, autore, sostenitore e regista di questo progetto, che ha i numeri per diventare un punto di riferimento importante per la popolazione locale e per lo sviluppo dell’Omeopatia!

Dott. Beghini in Uganda

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