Il presente abstract riassume i risultati di un progetto di ricerca finanziato dalla Federazione Italiana Associazioni Medici Omeopati (FIAMO) nell’ambito del bando di ricerca FIAMO 2023, intitolato Caratterizzazione morfologica delle preparazioni omeopatiche a bassa potenza mediante la formazione di “pattern” indotti dalla transizione di fase. (Grazia Trebbi - Biologa, PhD, libera professionista; Lucietta Betti - Già Prof.ssa, Dipartimento Scienze e Tecnologie Agro-ambientali, Università di Bologna; Francesco Marino - MD, Responsabile del Dipartimento Scientifico FIAMO). Lo scopo di tale ricerca è stato quello di studiare le preparazioni omeopatiche a bassa potenza, valutando l’impatto della fase di dinamizzazione rispetto alla sola diluizione e confrontando diversi tipi di dinamizzazione (verticale e orizzontale secondo diverse direzioni spaziali Nord-Sud o Est-Ovest).
Tali aspetti sono stati studiati applicando un approccio morfologico, basato cioè sullo studio della forma, attraverso il cosiddetto metodo di evaporazione delle gocce (Droplet Evaporation Method, DEM). Tale metodo si basa sul processo di auto-organizzazione della materia durante l’evaporazione del solvente acquoso con la conseguente formazione di strutture più o meno complesse. Il grado di complessità dei pattern potrà fornire indicazioni sulla qualità morfologica del campione. I parametri considerati sono stati la complessità frattale e disomogeneità della tessitura. La ricerca ha previsto inizialmente uno screening preliminare su una serie di preparazioni di partenza quali Arnica montana, Belladonna, Calendula, Carduus marianus, Hypericum perforatum, Nux vomica, Calcium iodatum, Magnesium sulphuricum, Natrium muriaticum, Apis mellifica alla diluizione 1CH. Sulla base di tale screening è stata selezionata la preparazione Natrium muriaticum, essendo risultato il preparato con la maggior quantità di materiale organizzato in strutture complesse, ben identificabili in un pattern riconoscibile e caratteristico. Tale preparazione è stata diluita e dinamizzata fino alla 2CH per studiare gli effetti della dinamizzazione rispetto alla sola diluizione e confrontare i diversi tipi di dinamizzazione (verticale e orizzontale secondo diverse direzioni spaziali Nord-Sud o Est-Ovest). I risultati evidenziano che le dinamizzazioni verticale e orizzontale hanno un effetto significativo rispetto alla sola diluizione, ma opposto fra loro; in particolare, il movimento verticale induce un significativo aumento della dimensione frattale accompagnato da una diminuzione di disomogeneità rispetto al solo diluito, indicando la formazione di cristalli più sviluppati, complessi, con maggiori ramificazioni (soprattutto ad andamento dendritico-frattale) e più omogenei. Al contrario, la dinamizzazione orizzontale (in entrambe le direzioni Nord-Sud e Est-Ovest) induce una diminuzione della dimensione frattale e un aumento della disomogeneità con l’ottenimento di strutture più semplici e meno complesse, più compatte, meno connesse fra loro e più disomogenee (vedi Figura).
I risultati ottenuti permettono di stabilire che: 1) l’approccio morfologico DEM può essere considerato idoneo per lo studio di parametri relativi al metodo di preparazione dei rimedi omeopatici; 2) la fase di dinamizzazione è di fondamentale importanza per la formazione delle strutture cristalline, essendo queste ultime risultate diverse per complessità e disomogeneità rispetto a quelle formate nel solo diluito; 3) la direzione della dinamizzazione (verticale o orizzontale), influendo sul moto del fluido, determina diverse caratteristiche morfologiche nei cristalli.
In conclusione, è possibile confermare che la fase di dinamizzazione rappresenti un passaggio fondamentale nella preparazione del rimedio omeopatico e ipotizzare che essa giochi un ruolo di primaria importanza nell’induzione degli effetti del rimedio.
Dott.ssa Grazia Trebbi
Bibliografia
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