LEZIONI DI OMEOPATIA

Identità professionale della Medicina Omeopatica - L’Omeopatia e l’Omeoterapia complessa o Complessismo

OMEOTERAPIE CHE NON NECESSITANO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE SPECIFICA

Si intende per “Omeoterapia” qualsiasi terapia che si avvale della prescrizione di “medicinali omeopatici”, prodotti cioè a partire da una sostanza base, attraverso diluizioni progressive alternate a succussioni. La definizione è mutuata dai documenti della Unione Europea, relativi al settore farmaceutico. La prescrizione di Medicinali Omeopatici di ogni categoria è attribuita in Italia esclusivamente al medico, al veterinario e all’odontoiatra e non da altri. La “Medicina Omeopatica” o “Omeopatia”, storicamente originale (dalla quale sono derivate nel tempo tutte le altre “Omeoterapie”), è quella fondata più di due secoli fa dal Dott. Samuel Hahnemann, medico tedesco, e consistente nella prescrizione di medicinali a dosi infinitesimali, in base alla “Legge dei Simili”, cioè somministrando al malato una sostanza che provoca sull’uomo sano sintomi simili alla malattia da curare. La Medicina Omeopatica originaria contempla la conoscenza specifica di ogni singola sostanza già testata sull’uomo sano e la somministrazione di medicinali “unitari” (monocomponente) in base al quadro clinico personale del malato da curare. (A titolo di documentazione, si specifica che esistono due correnti principali della Medicina Omeopatica: l’ Unicismo e il Pluralismo). Dalla Medicina Omeopatica originaria sono derivate nel tempo diverse altre metodiche di prescrizione dei medicinali omeopatici, le altre Omeoterapie, delle quali alcune (Medicina Antroposofica e Omotossicologia, che hanno comunque una teoria e metodologia clinica peculiare e diversa dalla Medicina Omeopatica) necessitano di formazione professionale specifica, mentre altre (Complessismo, Immunoterapia Omeopatica, Isoterapia, Organoterapia, etc) non necessitano di peculiare formazione e possono essere facilmente prescritte da qualsiasi medico. E’ qui necessario specificare però che: - nell’accezione corrente, nel linguaggio comune, viene sempre usato il termine “Medicina Omeopatica” o “Omeopatia” per definire ogni prescrizione di medicinali omeopatici, cioè per tutte le “omeoterapie”. Il termine semanticamente e giuridicamente più esatto, “omeoterapie”, è un termine che circola solo in ambienti legislativi e professionali.

DIFFERENZE FRA MEDICINA OMEOPATICA E COMPLESSISMO

Il Complessismo consiste nella prescrizione di medicinali omeopatici complessi (contenenti più sostanze, in formulazione standard e distribuiti come “specialità” di una ditta) che non vengono prescritti sui sintomi specifici del malato, come è nella Medicina Omeopatica originaria (che presuppone lo studio di ogni singola sostanza), ma sulla semplice indicazione di malattia, con modalità di prescrizione perfettamente sovrapponibili a quelle della medicina convenzionale. Tale situazione merita un approfondimento, perché si intende valorizzare e difendere l’interesse del paziente cittadino-utente e la professionalità di medici che mettono grande impegno a formarsi e impiegano successivamente molto tempo e risorse finanziarie per perfezionare la propria formazione, rispetto a colleghi che non hanno bisogno di formazione per effettuare una semplice prescrizione di medicinale omeopatico, nell’ambito della comune attività professionale convenzionale. In pratica: se il medico omeopata (prescrittore di medicinali unitari monocomponente, unicista o pluralista) deve curare ad es. una tosse cronica, dopo aver ipotizzato e formulato una diagnosi clinica convenzionale più accurata possibile, deve recepire tutte le modalità della tosse, tutti i sintomi e segni concomitanti, tutte le altre eventuali affezioni di altri organi e apparati, sintomi e segni della reattività sistemica fisica, l’atteggiamento comportamentale e le manifestazioni psico-affettive del paziente, e finalmente prescrivere un solo medicinale (indirizzo unicista) o pochi medicinali (indirizzo pluralista), tutti comunque unitari monocomponente, per guarire definitivamente la tosse specifica del paziente e tutto il paziente stesso con tutti i suoi disturbi (terapia causale). Questa metodica, che è quella originaria, implica palesemente una lunga formazione e preparazione, una visita di almeno un’ora, una visione realmente “sistemica” del paziente, molta intelligenza e molto intuito clinico specifico. Se il medico, non omeopata, fa “omeoterapia complessa”, cioè complessismo, prescriverà un medicinale complesso, a più componenti, che contiene molte sostanze che vengono statisticamente più frequentemente utilizzate per il solo sintomo “tosse” (ad es. uno sciroppo omeopatico per la tosse), effettuando quindi una terapia non personalizzata sui sintomi peculiari del paziente e che certamente avrà un’efficacia limitata nel tempo e non risolutiva (terapia sintomatica). Se poi volesse contemporaneamente curare anche gli altri eventuali disturbi che il paziente presenta, dovrebbe prescrivere ulteriori medicinali complessi, uno per disturbo o malattia, con notevole aggravio finanziario per il paziente ed effettuando una terapia comunque soltanto sintomatica e non risolutiva. Per fare complessismo non necessita dunque formazione professionale: il medicinale complesso è prescritto sulla malattia convenzionale, con le modalità del farmaco della medicina ufficiale, con l’ausilio di prontuari distribuiti dalle varie ditte. La prescrizione unitaria è molto economica per il paziente ed ha un’ azione risolutiva (o almeno questo è l’obiettivo). La prescrizione complessa è molto più costosa e, non essendo risolutiva, necessita di ripetizioni successive, con ulteriore aggravio economico per il paziente. La prescrizione unitaria è poco remunerativa per le ditte produttrici. La prescrizione complessa è molto remunerativa per le ditte produttrici. Il medicinale omeopatico unitario non può essere oggetto di brevetto industriale, essendo un prodotto di natura. Il medicinale omeopatico complesso è di norma brevettato dalle ditte, può essere da esse propagandato come “specialità” e ne costituisce parte preminente ed essenziale degli utili. La visita omeopatica del medico omeopata dura almeno un’ora al di là del normale atto diagnostico convenzionale e la prescrizione è strettamente individualizzata. La visita “non” omeopatica del medico ”non” omeopata “complessista” non va al di là del normale atto diagnostico convenzionale e la prescrizione è diretta ed immediata in base alla diagnosi clinica convenzionale. In assenza di una classificazione ufficialmente omologata e di una consapevolezza diffusa a livello di popolazione sulla distinzione delle varie omeoterapie, nel linguaggio comune qualsiasi prescrizione di “medicinale omeopatico” viene scambiata per “Medicina Omeopatica” o “Omeopatia”, ed è facile che una prescrizione totalmente complessista venga scambiata per prestazione professionale specifica omeopatica, come se erogata da un medico che abbia seguito una specifica formazione professionale. La prescrizione esclusiva di complessi omeopatici, millantando una competenza specifica omeopatica è un atto non corretto nei confronti del cittadino e dei colleghi medici autenticamente omeopati. Mentre la prescrizione di tali complessi al posto dei normali farmaci convenzionali, senza millantare competenze professionali specificamente omeopatiche, è, non solo, lecito, ma addirittura raccomandabile, per la mancanza assoluta di tossicità dei medicinali omeopatici in generale. Si fa notare peraltro che il Complessismo, se correttamente esercitato, ha dei lati assolutamente positivi: a) può essere il primo approccio che ogni medico non omeopata può fare per rendersi conto della validità ed efficacia delle cure omeopatiche; b) medicinali omeopatici complessi, non tossici, possono sostituire alcuni medicinali convenzionali nella pratica quotidiana del medico convenzionale (soprattutto i pediatri); c) sostiene economicamente le ditte produttrici omeopatiche che non potrebbero produrre esclusivamente medicinali unitari, poco o nulla remunerativi. In conclusione il Complessismo può essere una cosa estremamente positiva se esercitato nei suoi precisi ambiti e limiti, senza invadere l’area professionale prettamente omeopatica, mentre diventa un abuso se viene esercitato millantando competenze professionali omeopatiche inesistenti. Oltre al Complessismo esistono altre Omeoterapie, di minore diffusione, che non richiedono formazione professionale. Tali Omeoterapie sono enumerate nella Classificazione delle Omeoterapie. Dalle relative definizioni si può facilmente dedurre la non necessità di formazione professionale.

RICONOSCERE IL MEDICO OMEOPATA E LA PRESTAZIONE PROFESSIONALE OMEOPATICA

Da quanto sopra detto, è facile riconoscere una visita autenticamente omeopatica, che: - dura almeno un’ora, - consiste nella evidenziazione di tutti i sintomi peculiari della/e malattia/e e della reattività totale del malato, sia generale che psicoaffettiva, - esita nella prescrizione di rimedi unitari (monocomponente): rimedio unico nella prescrizione unicista, rimedi vari in quella pluralista/costituzionalista. E’ possibile che il medico omeopata autentico prescriva anche complessi, insieme agli unitari, ma con precisa cognizione di causa e nell’ambito di una strategia clinica consapevole. La prescrizione esclusiva di complessi non è una prescrizione “omeopatica” professionale, ma potrebbe evidenziare una metodologia comunque professionale (Medicina Antroposofica, Omotossicologia) o una metodologia non professionale, semplicemente Complessista.

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