Fiori di Bach e Omeopatia: facciamo chiarezza

La terapia con le essenze floreali di Bach o Floriterapia è un metodo di cura scoperto negli anni trenta del secolo scorso da un medico inglese, Edward Bach.

Per capire appieno le finalità e le modalità di questa terapia bisogna partire dalla figura di Bach. Egli, nato presso Birmigham nel 1886 da una famiglia di origine gallese, dopo la laurea in medicina e una brillante carriera come microbiologo e batteriologo, si avvicina all’Omeopatia, che rispondeva maggiormente a una sua aspirazione per una medicina più dolce, indolore e benigna. All’Omeopatia dà un personale contributo con l’introduzione dei vaccini e nosodi intestinali, che ancora adesso si usano, e con Wheeler, suo collaboratore, pubblica nel 1926 un libro dal titolo: Malattia cronica: un’ipotesi di lavoro.

Ma il suo cammino lo porta sempre più a cercare nelle piante, per le quali ha una particolare sensibilità, dei rimedi semplici e naturali. Egli considera che l’individualizzazione e l’utilizzo del rimedio omeopatico siano troppo complesse e pensa che la Natura, nella sua saggezza, debba offrire un metodo più semplice e accessibile per la cura delle malattie.

Nel 1930 lascia Londra, la sua attività di successo e si trasferisce nel Galles, dove fino alla sua morte, avvenuta nel ’36, si dedica alla ricerca dei rimedi floreali e allo studio delle loro capacità di armonizzare, equilibrare le emozioni.

Pubblica due piccoli libri: Guarisci te stesso e I dodici guaritori ed altri rimedi, che riassumono tutta la sua concezione medica e filosofica e descrivono le proprietà curative dei fiori.

Egli afferma che la malattia è espressione di uno squilibrio profondo, di una disarmonia e “poiché la psiche è la parte più sensibile di un individuo… è la prima a mostrarne i segni e a indicare il punto di partenza ed il cammino della malattia, in modo che è lo stato emotivo del malato che ci guiderà nella scelta del o dei rimedi necessari.” “Le nostre paure, le nostre ansie, le nostre inquietudini e altri sentimenti di questo genere aprono la via all’invasione della malattia… e poiché le piante guariscono le nostre ansie, i nostri pensieri, i nostri difetti e le nostre debolezze, sono questi che bisogna ricercare e allora la malattia ci lascerà, di qualunque natura essa sia… È l’individuo che si cura e quando egli migliora, la malattia se ne va, cacciata da un afflusso di vitalità”.

L’analogia tra Omeopatia e sistema floreale consiste soprattutto in:

  • La visione energetica; Bach dice: “i metodi materialisti attuali non arriveranno mai alla radice della malattia per la semplice ragione che la malattia, nella sua origine, non è materiale. Ciò che noi conosciamo della malattia è l’ultimo effetto prodotto nel corpo, la risultante delle forze che agiscono per lungo tempo e in profondità, e, anche se la sola terapia materiale è apparentemente coronata da successo, in realtà si tratta di un sollievo passeggero, se non si è eliminata la causa reale della malattia. Hahnemann al § 11 dell’Organon dice che unicamente il Principio Vitale perturbato può produrre ciò che noi chiamiamo malattia” e che essendo questo Principio immateriale, anche i medicinali devono essere immateriali.

Altre analogie metodologiche evidenti sono:

  • La prescrizione non sul nome della malattia, cioè sull’entità nosografica, ma sui sintomi individuali e la conseguente modifica della cura al cambiare di questi
  • Il ricorso ai sintomi mentali, come espressione caratteristica dell’individualità del paziente: nell’Omeopatia classica sono spesso prevalenti o condizionanti, nella Floriterapia sono i soli considerati
  • La ricerca di una tipologia, dell’identificazione del paziente con il nucleo di un rimedio.

Quali invece gli elementi che differenziano fortemente Omeopatia e Floriterapia?

  • La mancanza del principio di similitudine e della Materia Medica ottenuta con la sperimentazione sul soggetto sano. I fiori, alla scoperta delle cui proprietà Bach era stato guidato dalle sue personali capacità sensitive, hanno dimostrato la loro utilità attraverso l’impiego clinico, che nell’Omeopatia è solo uno degli elementi che portano alla conoscenza del rimedio.
  • Il numero dei rimedi, che sono 38 nella Floriterapia di Bach e migliaia in Omeopatia.
  • Il metodo di preparazione che nell’Omeopatia comporta diluizione e dinamizzazione, mentre in Floriterapia è fondato sull’esposizione al sole del fiore in acqua, per ricavare un’essenza. Questo probabilmente condiziona un diverso livello energetico senza particolari interferenze tra i due metodi.
  • L’uso di sostanze mai tossiche in Floriterapia, che possono invece essere la base di rimedi in Omeopatia.
  • La semplicità di studio del sistema di Bach che lo rende più accessibile e utilizzabile anche in autoterapia a differenza di quanto avviene in Omeopatia, applicabile solo da sanitari esperti e qualificati. La terapia con le essenze floreali si rivolge innanzi tutto, secondo le parole di Bach, “a coloro che soffrono, perché ricerchino in se stessi la vera causa della loro malattia e possano così contribuire alla vera guarigione”.
  • La possibilità di mescolare più rimedi, contrariamente a quanto prescrive l’Omeopatia classica unicista.

Dr.ssa Antonella Ronchi

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