LA FEDERAZIONE

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COMUNICATO STAMPA

Oggetto: Firmato all’interno della comunità medica omeopatica italiana il Protocollo che stabilisce la definizione epistemologica di Omeopatia professionale e i canoni di formazione per ottenere il titolo di omeopata

Il 16 marzo 2012, a Chianciano, in occasione del X Congresso di Medicina Omeopatica organizzato dalla FIAMO (Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati) è stato firmato da circa trenta associazioni e scuole italiane di Omeopatia un Protocollo, che stabilisce la definizione epistemologica di Omeopatia professionale e i canoni di formazione per ottenere il titolo di medico omeopata. Il testo del Protocollo deriva, con piccole modifiche adattate alla peculiare situazione italiana, da un documento concordato a livello internazionale nel 2008 dalla Liga Medicorum Homeopatica Internationalis e dall’European Committee for Homeopathy.

La Medicina Omeopatica professionale viene definita come un metodo clinico e terapeutico basato sulla “Legge dei Simili” (formulata alla fine del XVIII secolo dal medico tedesco Samuel Hahnemann, afferma la possibilità di curare un malato somministrandogli una sostanza che, in una persona sana, riprodurrebbe i sintomi rilevanti e caratteristici del suo stato patologico) e sulla prescrizione, strettamente individualizzata sul paziente, di medicinali monocomponente prodotti per successive diluizioni e succussioni.

L’Omeopatia (dal greco omoios=simile, pathos=sofferenza) è strettamente individualizzata e tiene in considerazione i fattori fisici, emozionali, mentali, costituzionali, biografici ed ambientali; è, quindi, una medicina della persona nella sua totalità. La pratica medica omeopatica è riservata a medici, veterinari e odontoiatri.

I canoni di formazione della Medicina Omeopatica concordati e presenti nel Protocollo consistono in un corso base di 600 ore, delle quali 350 di lezioni frontali, 150 di pratica clinica tutorata e 100 ore di studio individuale e preparazione tesi, distribuito in tre anni. Il programma è dettagliatamente specificato nel Protocollo.

Il Protocollo chiude definitivamente un’epoca di incertezza nel campo della professionalità omeopatica, sia nei rapporti, a volte in passato conflittuali, fra le varie correnti teoriche omeopatiche, sia nei confronti delle istituzioni e dei cittadini, e apre una prospettiva di grande sviluppo sia qualitativo che quantitativo della Omeopatia italiana.

D’ora in poi l’identità della Omeopatia professionale sarà chiaramente distinta da altre metodologie di prescrizione di medicinali omeopatici e la formazione professionale in Medicina Omeopatica sarà uniforme su tutto il territorio italiano.

Il Protocollo sarà presentato prossimamente alle istituzioni nazionali, regionali e ordinistiche per il suo recepimento in seno ai rispettivi percorsi normativi in campo omeopatico.

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